Mondo Bio - Conservazione della Farina (Shelf Life)

Come avviene la conservazione della farina?

La farina è un prodotto delicato che può essere facilmente soggetto a deterioramento o contaminazione.

Vediamo quali sono i metodi migliori per la conservazione della farina e quali accorgimenti è bene prendere.

Un primo mito da sfatare riguarda la presenza di farfalline. Essa non è legata alla bassa qualità della farina ma alle condizioni in cui viene conservata come il caldo o l’umidità eccessiva.
L’infestazione può verificarsi con più facilità in farine di qualità ottenute da grani biologici non trattati. Esse contengono il germe di grano contrariamente alle farine industriali ottenute da grani trattati.

Conservazione della farina: qual è il metodo migliore?

Il metodo migliore per conservare la farina è sicuramente quello di metterla in un contenitore a chiusura ermetica in quanto la protegge da umidità e da correnti d’aria aiutandola, inoltre, a non infestare tutta la dispensa dove è riposta.
Il materiale migliore da utilizzare sono i barattoli di vetro.

Essendo un prodotto molto delicato, conservarlo in maniera sbagliata potrebbe causare la perdita di tutte le sue proprietà nutritive. La farina contiene sostanze particolarmente deperibili che possono essere compromesse da elementi esterni come luce, ossigeno ed umidità.

Quale è la migliore temperatura per la conservazione della farina?

Abbiamo visto come luce, ossigeno ed umidità influenzino il corretto procedimento di conservazione della farina. E’ proprio per questo che consigliamo di conservare le farine in un luogo né troppo fresco né troppo caldo, al riparo da fonti di umidità e di luce, ad una temperatura ideale che non deve superare i 25 gradi e non deve essere inferiore ai 10 gradi centigradi.

La farina, infatti, non sopporta temperature troppo elevate e gli ambienti troppo asciutti poiché a causa di questo potrebbe perdere l’umidità di cui è formata, diventando inutilizzabile.

Inoltre, non può nemmeno essere conservata in ambienti troppo umidi o peggio ancora freddi e ghiacciati che potrebbero portare alla formazione di muffe o fastidiosi grumi.

Specialmente con il caldo estivo, si consiglia di acquistare piccole quantità di farina e consumarla, nel più breve tempo possibile.

Cosa significa SHELF-LIFE?

In inglese le parole “Shelf” e “Life” significano rispettivamente “mensola o scaffale” e “vita”.

Quando si parla di shelf life si identifica il periodo, che va dalla produzione alla vendita, entro il quale un prodotto alimentare di qualsiasi natura può essere mantenuto in commercio in condizioni ottimali a livello di qualità e sicurezza.

Viene applicato, non solo agli alimenti, ma anche alle bevande, ai cosmetici, ai farmaci, ai prodotti chimici, ai dispositivi, agli esplosivi, ai pneumatici, alle batterie e a molti altri articoli deperibili.

Bisogna, però, fare attenzione a non associare la parola shelf life a “data di scadenza”. La shelf life infatti non indica la data entro il quale deve essere preferibilmente consumato un prodotto. Indica, invece, il termine massimo di vendita ed il periodo entro il quale l’alimento è definito privo di rischi per la salute del consumatore.

Le temperature calde riducono la shelf-life?

Un fattore molto importante e di rilievo per la shelf-life è la temperatura, che determinerà un suo abbassamento, sia per quel che riguarda i processi chimici, sia in merito alla proliferazione dei microorganismi.
Ciò significa, che all’aumentare della temperatura di conseguenza diminuirà lo shelf life di un qualsiasi prodotto.

Una soluzione che potrebbe aiutare a prolungare lo shelf life di un prodotto è il packaging, ovvero l’imballaggio o la confezione.
Quest’ultimo deve essere un involucro con una bassa trasmissione di umidità e di ossigeno. L’umidità e l’ossidazione sono i due fattori principali di deperimento.

E’ proprio per questo che noi per le nostre confezioni abbiamo scelto di utilizzare sacchetti di plastica con l’utilizzo dell’atmosfera modificata.
Infatti, al momento del confezionamento, dal pacchetto viene tolto l’ossigeno e viene iniettato l’azoto che fa sì che la durata di conservazione dei nostri prodotti si prolunga da 6 a 18 mesi.

Da che viene influenzato lo shelf-life?

Lo shelf life dipende soprattutto dai processi di degradazione del prodotto e cambia sensibilmente in base al caso.
Viene influenzata, per lo più, da diversi fattori come ad esempio:

  • esposizione alla luce, al calore, all’umidità e all’ossigeno
  • sollecitazioni meccaniche
  • contaminazione microbiologica, ovvero batteri, muffe ed altro
  • contaminazioni da parassiti come acari
  • contaminazioni da animali come topi, blatte o altri animali

Alcuni prodotti alimentari possono essere arricchiti di antiossidanti o conservanti per estendere la durata di conservazione.

Noi preferiamo non aggiungere niente di tutto ciò per far rimanere invariata la qualità e la salubrità dei nostri prodotti.